Rassegne
MONDOVISIONI - I DOCUMENTARI DI INTERNAZIONALE
Dal 5 giugno al 10 luglio il cinema Nuovo Olimpia ospiterà la rassegna Mondovisioni. Sei documentari in versione originale sottotitolata. Ogni proiezione sarà introdotta dai redattori di Internazionale.
La rassegna Mondovisioni racconta ogni anno, con una selezione di documentari scelti da Internazionale e CineAgenzia nei migliori festival, la complessità del nostro tempo attraverso storie esemplari e senza filtri, che ci coinvolgono e ci riguardano. Il programma si tiene in equilibrio tra attualità e riflessione, emozioni e analisi, mettendo al centro scelte di coraggio e reazione a violenze, ingiustizie, violazioni dei diritti e abusi di potere.
I film in programma ci portano in Ungheria per raccontare la resistenza al governo nazionalista e autoritario di Orbán da parte in particolare di tre donne; in Giappone per parlare di violenza sessuale attraverso il caso dalla giovane giornalista e regista Shiori Ito, in un Paese in cui denunciarla è ancora tabù; in India per celebrare la determinazione del movimento degli agricoltori contro le politiche del primo ministro Modi; a Gaza per scoprire la straordinaria, tragica e attualissima vicenda del dottor Izzeldin Abuelaish, capace di scegliere il dialogo anche di fronte alla più terribile delle tragedie; in Russia per conoscere attivisti e giornalisti che rischiando il carcere si sono opposti a Putin e alla guerra in Ucraina; negli Stati Uniti per seguire la battaglia dei lavoratori di un gigantesco stabilimento di Amazon, in prima linea contro lo sfruttamento globale nel comparto della logistica.
OF CARAVAN AND THE DOGS
Giovedì 5 giugno. Ore 21.00. Introduce Andrea Pipino
Vladimir Putin aveva preparato il suo Paese alla guerra con l’Ucraina molto prima che questa iniziasse. A partire dal 2012 è stata approvata in Russia una serie di leggi repressive che etichettano come “agente straniero” chiunque sia pubblicamente in disaccordo con la narrazione ufficiale. In queste circostanze, un gruppo di attivisti (come Vladimir Kara-Murza, recentemente liberato nell’ambito dello scambio di prigionieri dell’1 agosto 2024), media e giornalisti indipendenti russi (tra cui il Premio Nobel per la Pace 2021 Dmitry Muratov, direttore del quotidiano Novaya Gazeta), cerca di resistere e continuare a impegnarsi e opporsi. Subito dopo l’invasione però ogni loro attività diventa praticamente impossibile. Girato durante un anno decisivo, subito prima e dopo l’inizio del conflitto, il documentario è un ritratto e celebrazione degli ultimi difensori della democrazia in Russia, che cerca ostinatamente di trovare una ragione per sperare in un futuro diverso per il Paese.
BLACK BOX DIARIES (Candidato ai Premi Oscars 2025)
Venerdì 13 giugno. Ore 21.00. Introduce Junko Terao
Quando, nel maggio 2017, la ventottenne giornalista Shiori Ito accusa di stupro il più anziano collega e biografo dell’allora Primo Ministro Shinzo Abe, sa di non avere altra scelta, se vuole che il suo caso cambi le antiquate leggi giapponesi sulla violenza sessuale. In una società in cui parlarne apertamente è considerato indecoroso, la sua conferenza stampa scuote l’opinione pubblica. Nel giro di pochi giorni, Shiori si trova al centro del dibattito politico: la destra la considera una minaccia per il governo, la sinistra la acclama come un’eroina. Minacce di morte, cyberbullismo e lettere minatorie trascinano Shiori in una spirale di paura e solitudine. Quando infine si presenta in tribunale, la difesa le scatena contro una guerra senza quartiere. Determinata a dare l’esempio ad altre vittime, Shiori porta avanti il suo caso, pubblica un libro autobiografico di successo, e realizza questo film: diretto da lei stessa con filmati privati della sua terribile esperienza, Black Box Diaries cattura il suo tumultuoso, straziante e infine trionfale viaggio, rivelando il prezzo umano e sociale da pagare quando si subisce l’attacco congiunto di politica, media e social network. Nel ruolo di vittima e allo stesso tempo di reporter che indaga sul proprio caso, Shiori ha combattuto per un epocale cambiamento sociale, e per sopravvivere.
DEMOCRACY NOIR
Giovedì 19 giugno. Ore 21.00. Introduce Andrea Pipino
Nella audace ascesa globale di un nuovo autoritarismo, pochi politici si sono dimostrati tanto abili e determinati nel minare le basi della democrazia quanto il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Eroe per la popolazione cristiano-conservatrice del suo Paese e modello per le destre europee e per Donald Trump e i repubblicani americani, Orbán smantella metodicamente le istituzioni democratiche del Paese, mantenendo il gradimento della maggioranza dei cittadini. Democracy Noir segue tre coraggiose donne – la politica d’opposizione Timea, la giornalista Babett e l’infermiera Nikoletta – in lotta per denunciare le bugie e la corruzione del governo, sfidando il partito ultra-conservatore Fidesz. A ogni passo che Orbán compie verso l’autocrazia, queste donne si organizzano e sperimentano strategie innovative per contrastare uno dei demagoghi più potenti e apparentemente inarrestabili dell’Occidente. Ma di fronte a questa nuova e oscura forma di autoritarismo c’è ancora una resistenza vitale: le testimonianze e le scelte di Timea, Babett e Niko dimostrano la necessità di difendere la democrazia e la libertà.
UNION
Giovedì 26 giugno. Ore 21.00. Introduce Sergio Fant
Il 1° aprile 2022 un gruppo di lavoratori è entrato nella storia riuscendo in ciò che tutti ritenevano impossibile: vincere una elezione interna per diventare la prima sede sindacalizzata di Amazon in America. L’impresa sarebbe straordinaria per qualsiasi sindacato, ma l’Amazon Labor Union l’ha compiuta addirittura senza alcuna esperienza precedente di organizzazione, senza alcun sostegno istituzionale e con un budget totale di solo 120.000 dollari raccolti online. Lo stile e le strategie del gruppo sono totalmente anticonvenzionali: dall’indossare costumi alle conferenze stampa alla distribuzione gratuita di marijuana ai lavoratori. Malgrado avesse contro una superpotenza aziendale, con minime tutele legali e pochissime probabilità di successo, l’ALU non si è arreso, tenendo fede alle proprie convinzioni sull’azione collettiva e sulla dignità e il potere della classe operaia, e ottenendo quella che è stata considerata la vittoria più significativa per i lavoratori americani dagli anni ’30.
FARMING THE REVOLUTION
Giovedì 3 luglio. Ore 21.00. Introduce Junko Terao
Nel novembre 2020, Gurbaz Sangha, giovane agricoltore del Punjab, intraprende con il suo trattore un viaggio di centinaia di chilometri fino a Delhi, per unirsi a oltre mezzo milione di uomini e donne provenienti da ogni parte del Paese. Il loro obiettivo è opporsi alle nuove leggi sull’agricoltura del governo di Narendra Modi: i contadini ritengono che, se attuate, avrebbero un impatto estremamente negativo sui mercati agricoli, lasciando gli agricoltori in balia del libero mercato. Le cittadelle dei manifestanti erette intorno a Delhi, in cui le donne emergono come attori politici paritari, ridefiniscono il senso di comunità e solidarietà. Giorno dopo giorno i manifestanti, trascurati dai media tradizionali, hanno mostrato lo spirito pluralistico, di sfida e resistenza di cui è capace il popolo indiano. Man mano che il movimento prendeva slancio, gli agricoltori di tutto il Paese e i sindacati industriali si sono uniti in solidarietà, e la portata delle proteste ha riecheggiato lo spirito del movimento per l’indipendenza dell’India, culminando in un risultato inaspettato e trionfale.
I SHALL NOT HATE
Giovedì 10 luglio. Ore 21.00. Introduce Francesca Gnetti
Dal campo profughi di Jabaliya a Gaza, all’Università di Toronto fino alla Corte Suprema di Israele, I Shall Not Hate segue la vicenda del dottor Izzeldin Abuelaish, primo medico palestinese a lavorare in un ospedale israeliano, dove ha fatto nascere centinaia di bambini. La sua etica improntata al perdono e alla riconciliazione viene messa a dura prova quando un carro armato israeliano bombarda la sua casa, uccidendo tre delle sue figlie. Ma contro ogni logica e aspettativa, il medico trasforma la tragedia in una campagna globale per sradicare l’odio, diffondendo il suo messaggio in ogni lingua: inglese, arabo ed ebraico. Le sue parole saranno citate dall’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, e verrà candidato al Premio Nobel per la pace. Ma il dottor Abuelaish rimane perseguitato dal dolore e convinto che, per onorare le sue figlie, debba chiedere conto al governo israeliano dell’attacco non provocato che ha decimato la sua famiglia. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre e la guerra a Gaza, la sua esperienza e il suo appello alla giustizia e alla tolleranza diventano ancor più significativi e urgenti, per immaginare un futuro per palestinesi e israeliani.