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La pioggia cade incessante. Sotto la porta del Rashô, un prete, un taglialegna e un passante rievocano l’omicidio di un samurai da vari punti di vista. Kurosawa prende due racconti di Ryûnosuke Akutagawa, ci imbastisce intorno un congegno pirandelliano ma punta alla semplicità iconografica del cinema muto. Gli elementi veicolano il senso: il cielo coperto dalle nuvole, le fluttuazioni di luci e ombre sui volti, i raggi che filtrano tra i rami. Si ha l’impressione che mai nessuno prima di Kazuo Miyagawa abbia saputo fotografare una foresta. La colonna sonora di Fumio Hayasaka si ispira al Boléro di Ravel.